La sfavillante New York City!
La grande mela è una città che conosco molto vene, ho fatto il mio primo viaggio nel lontano 1990, nel periodo in cui era popolata da fast food, da auto inquinanti e da persone impellicciate..
La grande mela è una città che conosco molto vene, ho fatto il mio primo viaggio nel lontano 1990, nel periodo in cui era popolata da fast food, da auto inquinanti e da persone impellicciate…
L’odore dei classici ristoranti americani, erano una caratteristica della città, qualcosa che ci si ricordava una volta tornati a casa.
Sono passati oltre 30 anni da quel primo viaggio, ho potuto apprezzare il costante cambiamento iniziato nei primi anni 2000, cambiamento che va avanti ancora oggi; la cosa che salta subito agli occhi del viaggiatore è la presenza costante di cantieri, palazzi che scompaiono per far posto ad altri, zone verdi che si allargano incastonate negli spazi lasciati vuoti dalle futuristiche costruzioni che nascono come funghi di acciaio e calcestruzzo dall’asfalto delle street e avenue.
La New York degli anni 2000
Oggi si fa fatica a trovare uno di quei classici fast food, l’odore in giro per la città non c’è più; oggi New York City ci accoglie accompagnandoci in una moltitudine di piccoli e grandi ristoranti, street food, pasticcerie e gelaterie, molte delle quali rigorosamente vegan, tutte con una qualità del cibo molto alta, una cosa non scontata in una città che dell’eccesso ha fatto il suo biglietto da visita.
Adesso accanto ai rumorosi camion, si muovono silenziose auto elettriche e migliaia di biciclette, il bike sharing dicono che sia nato qui, come il primo semaforo della storia tra la famosa fifth avenue e la 47th strada, una città abituata alla mobilità su rota e ai caratteristici taxi gialli.
A New York City precisamente nella Grand Central Terminal, quella immensa e favolosa stazione dei treni immortalata in molti film, ho visto per la prima volta dei ragazzi con delle strane maschere sulla faccia e con dei monitor che trasmettevano immagini scioccanti di animali maltrattati negli allevamenti.
Mi ricordo di essermi girato dall’altra parte, per poi ripensarci e buttare lo sguardo su quel maledetto monitor, lo stesso che oggi ringrazio perché mi ha fatto fare l’ultimo passo che mi ha portato a diventare vegano, non so chi fossero quei ragazzi ma non finirò mai di ringraziarli, nonostante siano passati molti anni mi ricordo perfettamente di loro.
Dicono che da New York City si torni cambiati, non posso che confermarlo, da quel viaggio sono tornato a casa con una sensibilità diversa, sarò legato per sempre a questa città.
È proprio quella City così intima e a tratti sconvolgente che ho raccontato nel romanzo “Il Viaggio Inaspettato“, dove accompagno il lettore alla scoperta della città che ho amato di più, quella che ho vissuto sulla mia pelle e che mi ha fatto innamorare dei suoi angoli nascosti e delle sue infinite sorprese.
Per visitarla servono almeno 4 giorni, è il minimo, meglio se riuscite a rimanerci per una settimana e godervi così la City senza correre, cercate di organizzare percorsi giornalieri come quelli che trovate nel mio libro, per poi passare le serate nelle stradine del village dove rimarrete sorpresi dalla concentrazione di piccoli locali e ristoranti plant based.
Vi sembrerà di essere in una città diversa, d’altronde è la zona più giovane di New York con un’alta concentrazione di studenti e di artisti, nuove generazioni che sembrano decise a cambiare il destino dell’immensa America, anche se spostandosi verso l’interno in stati come Texas, New Mexico e Arizona, la situazione cambia drasticamente, ma ve lo racconterò nel prossimo appuntamento quando vi porterò in un viaggio coast to coast alla scoperta del cuore dell’America!
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