Io e mia moglie eravamo nei pressi della Monument Valley da pochi minuti, giusto in tempo per ammirare il tramonto.
Anche perché avevamo perso tempo al Forrest Gump point per scattare un po’ foto sceme provenendo da Capitol Reef durante un viaggi su strada sterrata durato tutto il giorno; eravamo pieni di polvere, un po’ bruciati dal sole e anche stanchi.
La mattina presto, avevamo attraversato il Factory Butte e lo spettacolare Skyline View Overlook, poi il Rock Canyon, Moki Dugway e Valley of Gods.
Dopo aver cenato nel nostro appartamento del Goulding’s Lodge, soltanto io ho avuto la forza di risalire in auto per tornare a fotografare la Monument Valley.
Pronti, via!
Metto in moto il suv mentre la radio suona una compilation di Bruce Springsteen, niente di più adatto per fare da colonna sonora a questo breve viaggio che mi porterà nel luogo che avevo previsto di raggiungere per scattare la foto.
Era ormai notte fonda e prima di superare il check point dei nativi americani, mi sono fermato lungo la strada per capire se il buio era tale da permettermi di scattare qualche bella foto.
Appena spenti i fari dell’auto sono bastati pochi secondi per abituare i miei occhi al buio ed entrare letteralmente dentro il cielo stellato.
È una sensazione strana, ma da queste parti il buio è talmente intenso da far sembrare le stelle talmente vicine da far quasi paura.
Risalgo in auto sorseggiando il caffè che avevo preso poco prima, durante il rifornimento di carburante e dopo pochi minuti arrivo al parcheggio del Monument Valley View.
Facendomi strada con una torcia mi avvicino al bordo che da sulla valle e monto la mia attrezzatura sul cavalletto; la fidata Nikon D5300 con l’obiettivo 11-16 Tokina, che ovviamente ha reso possibile scattare questa foto memorabile.
Inizio a cercare l’inquadratura desiderata con iso al massimo finché non mi spavento sentendomi chiamare da un vigilante incuriosito da quello che stavo facendo.
Il problema è stato il buio pesto e il fatto di non averlo sentito arrivare finché non mi ha toccato chiedendomi cosa stessi facendo.
Ho seriamente rischiato di non vivere abbastanza a lungo per poter scattare questa foto.
Superato lo spavento, mi concentro e metto in pratica la regola del 600 che permette, in base all’ottica usata, di trovare il giusto tempo di scatto per fermare sul sensore il movimento delle stelle.
A differenza di quello che si pensa, si muovono velocemente e trovare il giusto compromesso tra iso, apertura di diaframma e tempo di scatto non è banale.
Passiamo ai consigli tecnici:
Tempo di scatto = 600 / Lunghezza focale
Usando un obiettivo con 18mm di focale su una FullFrame possiamo usare un tempo massimo di scatto pari a circa 33 secondi (infatti 600 diviso 18 da come risultato 33).
Considerando le attuali macchine fotografiche Fullframe, questa regola non è però più valida, esiste un App fantastica per calcolare esattamente questo parametro, si chiama Photopills e vi suggerisco di acquistarla. In alternativa considerate la regola dei 300, uguale alla precedente ma invece di dividere 600 per la lunghezza focale, dividete 300 per la lunghezza focale, sarete sicuri di fermare le stelle sul vostro sensore. Giocate quindi con gli ISO per arrivare alla corretta esposizione, normalmente 1600 è un parametro accettabile, spingetevi a 3200 con le ultime full frame, ma solo se necessario.
Usando una fotocamera APS Canon, bisogna moltiplicare la focale per 1.6 quindi il calcolo non va fatto con il valore di 18mm ma con quello di 28. In questo caso il tempo massimo di scatto è pari a circa 21 secondi.
Usando una fotocamera APS Nikon, bisogna moltiplicare la focale per 1.5 quindi il calcolo non va fatto con il valore di 18mm ma con quello di 27. In questo caso il tempo massimo di scatto è pari a circa 22 secondi.
Per finire, se usiamo una fotocamera MFT 4/3, bisogna moltiplicare la focale per 2 quindi il calcolo non va fatto con il valore di 18mm ma con quello di 36. In questo caso il tempo massimo di scatto è pari a circa 16 secondi.
Torniamo alla pratica:
Faccio diverse foto dedicandomi alle stelle e alla magica via lattea, per la quale scelgo una combinazione iso-diaframma diversa e quando il risultato mi soddisfa, passo a cercare la giusta esposizione per la splendida Monument Valley. Fino adesso talmente scura da risultare praticamente nera come l’inchiostro.
Sono così passato dai 20 secondi necessari per le stelle, ai 150 per mettere in giusta esposizione la Monument Valley. Un risultato che ho potuto appezzare soltanto una volta rientrato in italia, quando è iniziato il processo di sviluppo e compositing necessario a raggiungere il risultato finale.
Fotografare la Monument Valley di notte è stato davvero emozionante!
Ho passato circa 40 minuti per riuscire a fare la foto perfetta, o meglio le foto perfette per stelle, via lattea e Monument Valley; è curioso vedere come in pochi minuti cambi drasticamente la posizione delle stelle e sopratutto della via lattea che avrei preferito avere più spostata a destra.
Ma sembrava rincorrere le mie inquadrature e ho dovuto cedere alla sua voglia di usciere dal sensore della mia macchina fotografica.
Mi sono arreso si, ma ho comunque scattato una foto soddisfacente, forse la più bella di questo viaggio in terra americana.
“Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli”
(Proverbio dei nativi americani, tribù sconosciuta)
Se vi è piaciuta la storia di questa foto e volete acquistarla, stampata su una splendida tela fotografica, non vi resta che cliccare qui sotto!
Se invece vi basta conoscere come ho fatto a fotografare la Monument Valley, non vi resta altro che mettere in pratica quanto appreso in questo articolo.
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